6. Gibellina, Selinunte e Cave di Cusa
Gibellina Nuova
È una città ricostruita in seguito al violento terremoto che nel ’68 colpì la Valle del Belice distruggendo completamente la vecchia città di Gibellina. Progettata da Marcello Fabbri, sorta sul modello della città giardino a pianta ellittica con molti spazi aperti. Durante l’edificazione, il sindaco Corrao comincia ad interpretare la struttura urbana seguendo un’idea molto particolare: rendere la città una sorta di museo permanente con sculture disseminate per le vie ed edifici che divenissero essi stessi opere d’arte.
Lunghissimo l’elenco degli artisti contemporanei che hanno partecipato a questa grande opera culturale e architettonica:
- Consagra,
- Venezia,
- Quaroni,
- Thermes,
- Purini,
- Mendini,
- Pomodoro,
- Samona,
- Gregotti,
- Legnagli,
- Franchina,
- Vigo e tanti altri.
A dare il benvenuto, alle porte della città “Ingresso al Belice” di Pietro Consagra: una scultura in acciaio alta 24 mt, un’enorme porta a forma di petali divenuta il simbolo della rinascita della città.
Proseguendo per la SS188 seguire le indicazioni per il Baglio Di Stefano, dove da 30 anni si svolgono ogni anno le “Orestiadi”, un festival internazionale con manifestazioni che vanno dalle rappresentazioni teatrali a quelle musicali, dalla pittura alla scultura, al cinema. Molto suggestiva una scultura di Paladino “Montagna di sale” nata nel 1990, come scenografia di una rappresentazione teatrale, fu in seguito mantenuta in esposizione permanente.
Tra gli edifici da visitare ricordiamo la Chiesa sferica, il Giardino Segreto che racchiude la facciata originale della cattedrale terremotata, il Sistema delle piazze (cinque piazze collegate tra loro), il Municipio, il Portale d’ingresso dell’orto botanico, il Meeting (oggi è un bar, ma era stato progettato con l’idea di farne un museo).
TAPPA FACOLTATIVA
Si può anche visitare Gibellina Vecchia (C) percorrendo la SS119 per circa 19 Km, seguire le indicazioni per Ruderi di Gibellina imboccando la SP5. Le rovine della cittadina sono state compattate con i bulldozer dell’esercito in blocchi, e poi “cementificate” dall’opera di Alberto Burri: “II Grande Cretto” una tra le opere d’Arte Contemporanea più estese al mondo. La distesa di
cemento bianco ricalca l’impianto urbanistico della vecchia Gibellina, conservandone la memoria del passato storico.
Parco archeologico di Selinunte
Selinunte fu fondata tra il 650 ed il 700 a.C. dai coloni provenienti dalla Sicilia orientale in cerca di nuove terre che, dopo il loro insediamento, diedero alla nuova colonia il nome di Selinunte, nome che deriva da una qualità di prezzemolo selvatico (in greco sélinon), che cresce spontaneamente lungo le rive del vicino torrente. Selinunte ha vita breve (circa 200 anni), ma intensa; alleata a lungo di Cartagine, dalla quale sperava di ottenere appoggio per contrastare la rivale Segesta, viene infine distrutta proprio dal cartaginese Annibale nel 409 a.C. che usa mezzi e misure ferocissimi: sedicimila i morti selinuntini, cinquemila i prigionieri.
Alla supplica dei superstiti di lasciarli liberi e di risparmiare i templi della città, dietro il pagamento di una forte somma, Annibale accetta, ma una volta avuto il riscatto in mano, depreda i templi e distrugge le mura. Selinunte si rialza a fatica e a stento riesce a reggere fino alla seconda guerra punica quando viene rasa al suolo.
Il Parco archeologico di Selinunte è il più grande d’Europa, conserva i colossali resti di una delle più floride e importanti colonie della Magna Grecia. Possiamo indicare 4 zone specifiche e distinte del Parco, in modo da organizzare un’eventuale itinerario di visita: l’Acropoli, l’abitato e due santuari più distanti, proprio al di là dei fiumi. Presso la costa vi è l’Acropoli, sulla quale sorgono 4 templi: il tempio D, il tempio C, il tempio B, il tempio A, il tempio O. Su una collina situata ad est della cittadina, più internata rispetto all’acropoli, si innalzano altri 3 templi: il tempio G, il tempio F, il tempio E. I templi vengono indicati con le lettere dell’alfabeto, essendo impossibile risalire con certezza all’attribuzione originaria delle varie divinità.
Orari ingresso
Per info biglietti e orari di apertura consultare il sito ufficiale:
www. parchiarcheologici.regione.sicilia.it/selinunte-cave-cusa-pantelleria/
Tappa facoltativa
Un itinerario di Selinunte non può concludersi senza un cenno alle Cave di Cusa, a pochi chilometri presso Campobello di Mazara. È la cava da cui si stavano estraendo le colonne per il Tempio G e che, come questo, sembra essere stata abbandonata improvvisamente nel 480 a.C., quando Selinunte dovette affrontare la guerra contro l’ira cartaginese. Le cave vennero abbandonate nell’arco di pochissimo tempo e così le abitazioni di coloro che vi lavoravano. Sono visibili le varie fasi di lavorazione per l’estrazione dei rocchi delle colonne e, nella campagna, i materiali già estratti pronti per essere trasportati a Selinunte.
Lo stesso biglietto di ingresso a Selinunte è valido anche per la visita alle Cave di Cusa.
Itinerario
Partenza dal resort (A) Per Gibellina Nuova (B), Km 42
Prendere l’autostrada A29 svincolo per Mazara del Vallo/Trapani
Proseguire in direzione Mazara del Vallo – Prendere l’uscita per Salemi
Seguire le indicazioni Gibellina Nuova
Da Gibellina Vecchia (C) per Parco Archeologico di Selinunte (D) Km 40
Tornare indietro ripercorrendo la SP5 e la SS119
Raggiungere lo svincolo per imboccare l’autostrada A29 Palermo – Mazara del Vallo
Direzione Mazara del Vallo – Prendere l’uscita Castelvetrano
Segui le indicazioni per Selinunte
Partenza da Gibellina Nuova (B) per Parco Archeologico di Selinunte (D) Km 31
Prendere l’autostrada A29 svincolo per Mazara del Vallo
Proseguire in direzione Mazara del Vallo – Prendere l’uscita per Castelvetrano
Seguire le indicazioni per Selinunte o Marinella di Selinunte percorrendo la SS115
Partenza dal P arco Archeologico di Selinunte (D) per Cave di Cusa (E) Km 13
Tornare indietro ripercorrendo la SS115. Prendere lo svincolo per Campobello di Mazara
All’ingresso di Campobello di Mazara svoltare a sinistra seguendo le indicazioni per Cave di Cusa
Per il ritorno: autostrada A29 PALERMO – MAZARA DEL VALLO direzione Palermo – uscita Balestrate